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NATURALE. 27


applicati prima alle persone private di ogni Repubblica, e poi alle Repubbliche stesse infrà di loro.

Come costoro ebbero terminata la loro lezione, il giovane, che attentamente ascoltata l'avea, proruppe così di repente in queste parole. Adorabile ed increato Producitore del genere umano! o tu non hai dotato me, nè i miei compagni di natura umana, o quelli dotti Europei sono gran ciurmadori, gran bugiardi, gran dicitori di nulla. Cari maestri miei, se io sono uomo, voi per certo farneticate, facendo discorsi, che niuno uomo, può tenere per buoni, e se non sono uomo farete, gran senno a non v'impacciare più con un animale, che alla vostra spezie non appartiene: che ciance, che sole, che fantasie mi venite voi mai di questa vostra Legge naturale narrando? Io ho concepito alcune poche cose, che me ne avete detto: ma tutto il resto mi parevano sogni, arzigogoli, frenesie. Voi mi avete ragionato di una Legge, che a vostro dire dee essere comune a tutto il genere umano, eppure esaminando me medesimo io non iscuopro in me, se non che pochissime tracce di quella Legge, che voi andate così ampiamente descrivendo. Io son certo, che neppure gli altri miei compagni troverebbero negli animi loro tutti que' vestigj, che voi dite venire da questa Legge impressi a gli uomini tutti. Sicché secondo voi nè io sarò uomo, nè saranno uomini i miei compagni, benché abbiamo, il corpo, e l'anima come voi. Ma egli mi sembra piuttosto, che voi siate ciarloni, e cerretani, che mi vo-


lete