lare. Egli non è nemmeno capace di dettare una
delle più ordinarie, e più brevi formole giudiziali
senza esitare, e senza fare una quantità di
correzioni. Costui ha però in tempo di vita sua
travagliato molto, non già colla testa, perchè non
ne ha, ma col derettano, stando continuamene
te a sedere per far delle note, ed un amplo repertorio
di infinite quistioni. Costui e però in
gran credito: e se ha da fare qualche decisione,
o qualche consulto, le sue note sono, che
lo han da assistere: egli cerca il caso per mare,
e per terra: e finché non trova delle Dottrine, ch'egli stimi
adattate al suo caso, egli
non si dà pace; nè passa a fare il suo Consulto,
o la sua Decisione. Ma se costui non ha
nè un' oncia di giudizio, nè una mica di memoria,
come può egli esser sicuro, che sappia
bene applicare le Dottrine, che trova, che quadrino
a tutte le circostanze del caso suo, e che
delle altre Dottrine non v’abbiano, le quali siano
più ragionevoli, e più ricevute di quelle,
che gli è riuscito di trovare. Ecco le conseguenze,
che porta questo bell’uso di valersi dell’autorità
altrui: ed ecco il profitto, che ne cava
la giustizia! cioè che i più sciocchi sono per
questo verso capaci di fare i Giuristi, e di
acquistar credito: e che n’escon fuori ogni giorno
le più spropositate ed ingiuste sentenze. Sicché
aboliscasi una volta questa perversa, e
nocevolissima consuetudine, ed imitisi l’esempio di
tante altre provincie, dove lecito non è di allegare
Autori, ma solo devesi fare uso della ragione.
E queste sono le principali regole, che