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DELLA MANIERA DI TRATTARE |
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Ma quando si ha per le mani una quistione, di
cui o espressamente i più stimati Dottori, o varj
sono i loro pareri, a che serve citare uno,
o più di costoro? E se lo Scrittore fosse uno
di questi Compositori di Zibaldoni, che non sia
universalmente stimato, perchè fargli quest'onore
di metterlo in veduta, e di fargli fare una
onorata comparsa? Se voi faceste stampare le
vostre scritture, sareste dagli altri citato ancora
yoi, qualunque si fosse il merito vostro. Che
autorità però deve fare o a voi, o al giudice
l'opinione di un altro, se non il merito della
persona, ma la sola stampa fa, che si possa
citarlo? Lanciate che l'Autore parli in terminis
terminantibus, finché vuole; questo non
ha da farvi specie, se non è un uomo di gran
credito: e se non arreca le ragioni della sua
sentenza. Quando poi apporti le ragioni, esaminatele,
e se le trovate buone, approvate il
suo detto, se nò, cacciatela al diavolo insieme
col libro. Pesate dunque le ragioni, e se sono
buone, pigliatele senza curarvi di chi le
addusse; poiché non il nome dell' Autore, ma il
valor delle sua Dottrina vi ha da diriggere.
Questo maledetto uso, che altro titolo non gli
posso dare, del dipendere unicamente dalle autorità,
è propriamente la peste della giustizia. Io
conosco de' Consulenti, e de' Giudici, che non
hanno nè ingegno, nè memoria, nè un vero
principio di Giurisprudenza. Il più stordito tra
questi, che è un vero gufo, ed un vero babuasso,
non sa niente, non si ricorda di niente,
non sa nè ben scrivere, nè speditamente par-