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DELLA MANIERA DI TRATTARE |
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da tutti s’impara a conoscere quello, che vien
trattato ne’ fori. E però io non posso disapprovare,
che a tutti, per quanto in questa infinita
copia di libri è possibile, una occhiata, ed anche
una scorsa si dia. Ma qui conviene adoperare
giudizio, perchè altro è leggerli di quà, e
di là per vedere solamente, che quistioni trattino,
e che dubbj facciano nascere: ed altro è studiarli
per servirsi delle loro dottrine, e per seguitarli
come maestri. Al primo fine tutti, come
dissi, son buoni: ma al secondo poi pochissimi,
ed anzi rarissimi. Tra infiniti Scrittori di
quella razza, che ha prodotti l'Italia, e la Spagna,
appena è, che io ne sapessi trovare trenta,
od al più quaranta, che meritino di esser letti,
e stimati. E tra questi senza verun dubbio il primo
luogo si deve al Cardinal de Luca, il quale
con tanto giudizio, e discernimento, e con una
così soda, e massiccia Giurisprudenza ha trattato
le sue controverse Legali, che se avesse solamente
adoperato un pò più di coltura nello stile,
e nel difendere i suoi pensieri, egli potrebbe
servire per un vero ed assoluto modello di un
perfetto Giureconsulto. Trattine questi trenta, o
quaranta Scrittori, tutti gli altri son solenni
cocomeri, cavoli, gufi, e storditi, i quali per
rispetto alla Dottrina non vagliono un fil d’erba
secca. La Francia, e principalmente la Germania
possono mostrare un molto maggior numero di
buoni Giuristi pratici; e beati coloro, se li possono
comperare, e che li sanno intendere, perchè
buona parte di essi hanno scritto nella loro
lingua volgare. Il qual costume molto è lode-