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DELLA MANIERA DI TRATTARE |
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la povera gente per così sciocca, e crudele maniera.
Voi giudicate pure tutto il giorno, che
chi è stato per grave minaccia, o per forza
obbligato a promettere, o fare alcuna cosa,
non sia punto tenuto ad eseguire la sua promessa,
e che la cosa da lui fatta si debba
tenere in conto di non fatta: e voi costumate
pur di gastigare ancora severamente chiunque
ad intendimento di ottenere dall’altro uomo
ciò, che vuole, alle minacce, ed alla
forza si volge. Or perchè biasimate voi in
altri quello che in voi praticate voi medesimi?
perchè non osservate con voi stessi la stessa
regola? perchè riguardate come libera, e sincera
una confessione fattavi per forza, e per
iscansare un lungo, e crudel dolore? Non vedete,
che questa non può essere una vera, e
sicura confessione del reo: non capite, che non
è la verità, ma il tormento, che move il reo
a dire, come volete? So, che sciocconi, come
siete, mi venite a rispondere, che ad una
tal confessione non si presta fede, se il reo non
torna a confermarla fuori di ogni tortura. Ma
bestiacce! chi non sa, che costumate di incrudelire
di bel nuovo contro il povero reo,
s'egli per sua disgrazia non tornasse a confermare
quello, ch’ egli si ha per isfuggire la
tortura confessato. E siccome questa vostra
maladetta pratica è saputa anche da’ rei, così si
dispongono a confessare piuttosto, che a voler
di bel nuovo sofferire quelli enormi dolori.
Io conosco de’ Giudici savj, ed onesti, i
quali hanno avuto da formare processi contro