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136 DELLA MANIERA DI TRATTARE

rare addosso, e per poter vendere a più alto prezzo i loro spergiurj a misura, che si fossero resi più robusti, e più costanti nel tollerare ogni dolore. Quello che allora costumavano di fare le nazioni intere, perchè non lo potrà oggidì per la stessa maniera fare uno scellerato, ed un delinquente, il quale già prevede il male, che gli deve venire addosso? Si ha dunque da lasciar correre un ribaldo, ed un delinquente, perchè ha avuto il coraggio di sostenere la tortura; si ha all’ incontro da punire uno innocente, perchè non gli è bastato l’ animo di sopportare que’ crudeli tormenti? Giacchè alla tortura non si può venire, se non che dopo avere scoperto de’ gravi indicj contro il reo, egli è molto meglio il dettargli secondo le circostanze una qualche pena estraordinaria, e l'assolverlo dall’ordinaria, quando altre prove non si possano contra di lui avere, che il servirsi della tortura, la quale sempre è crudele, ed inumana, perchè potrebbe forse obbligarlo a confessare, benchè fosse interamente innocente. Ed è cosa più prudente, più equa, e più umana il lasciar andare dieci rei non del tutto giusta il merito loro puniti, che il gastigare indebitamente un solo innocente meschinello. Che iniquità non è poi anche quella di dar la tortura ad un testimonio complice del delitto, il quale contro il suo compagno abbia fatta testimonianza? Gli stolti e barbari Giudici vogliono, che la tortura in tale caso sia necessaria per vedere, se il testimonio correo del


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