gliono. Intanto però egli amministra la giustizia
secondo che richieggono le circostanze del
caso, secondo le conghietture, che altramenti
appariscono dal processo, e secondo le buone e
ree qualità sì dell'attore, come del reo. In
somma egli si regola secondo la Giurisprudenza,
e non già secondo l’impertinenza degli
Avvocati, e la stoltezza degli Scrittori.
Questo è un solo esempio della cabala forense;
ma mille altri ne potremmo addurre, se questo
non fosse dal nostro presente intendimento
troppo alieno; poichè noi non abbiamo
ora in mira di mettere in veduta le trappole
del foro; ma vogliamo solamente avvertire
il pratico Giurista, ch’ egli le deve dalla
lettura de’ processi rilevare tutte, per poi saperle
sfuggire, ed impedire.
Se ne’ processi civili le parti, che hanno
pratica nel litigare, e gli Avvocati disonesti
mettono in opera ogni sorta di cabale, i processi
criminali porgono la medesima occasione
a’ Giudici stessi: e benchè l’uso delle trappole
riesca molto più abbominevole nel criminale,
sì per cagione, che quì si tratta non sol
della roba, ma dell'onore, e della vita dell’uomo,
come perchè molto maggior sincerità,
rettitudine, ed onestà in un Giudice, che in
un Avvocato si richiede; niente però di meno
parecchj Giudici crederebbero di parere inesperti
giuristi, se per far cascare i poveri rei
non facessero uso di tutte le arti, che colla
loro iniqua malizia sanno inventare. Io nulla
dirò quì degli interrogatori suggestivi, che fan-