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128 DELLA MANIERA DI TRATTARE

giustizia, e che le di lui sostanze da furbi, ed ignoranti causidici non vengano rovinate? Chi negherà, che tali Legisti meritino di essere scherniti, vilipesi, dileggiati, e con mille vituperi abbominati, siccome coloro, che danno il guasto ai patrimoni de’ cittadini, e vengono per conseguenza a pregiudicare grandemente alle Repubbliche intiere? Eppure questi sono comunemente i Legali, che dominano ne’ fori, e che sono più singolarmente rispettati: il che ha da essere un perpetuo obbrobrio, e vitupero del nostro Secolo, nel quale tutte le altre scienze, ed arti, che pel pubblico bene sono meno necessarie, al sommo ripulite, coltivate, e portate vengono; laddove la Giurisprudenza vien lasciata in abbandono a bestie immonde, che ogni dì più imbrattando, e lordando la vanno; e quei che potrebbono, non si curano di cavarla dal fango, in cui immersa trovasi, e di confidarla poi solamente a poche persone, che siano comunemente tenute per le più savie, più oneste, e più intendenti, con proibire ad ogni altro, che non ardisca di approssimarvisi, e di toccarla.

Ma io voglio quì por fine ai miei lamenti, i quali già so, che inutili sono: e siccome ho accennato di sopra le regole, per mezzo delle quali un buon teorico si fa, così passerò ora a stabilire quella maniera, per la quale altri possa divenire anche buon pratico. La prima regola però si è, che prima di passare alla pratica, si abbia un buon fondo di teoria: altramente sarà impossibile affatto, che un buon pratico si riesca. E se questo avvertimento non si osserva, è già traviato il cammino, ed in vece di venir mai


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