in quella guisa, che conviene, si danno. Or quelli
ordinariamente sono gli animali più cattivi, e
perniciosi, che vengano a rovinare il gran campo
della Giurisprudenza. E perchè più agevolmente
comprendasi, come ciò avvenga, è pregio
dell’opera il vedere, come un pratico Giurisperito
comunemente si faccia. Ma quì si conviene
di avvertire, che io non intendo già di rappresentare
un pratico, che insieme colla pratica una
buona teoria ami d' accoppiare, la qual sorta di
Legali è rarissima di modo, che appena se ne
trovano: la mia intenzione si è adunque solamente
di descrivere uno di questi pratici, che
alla giornata si fanno, e di cui è pieno il mondo.
Un tale pertanto si va facendo per questo
modo. Costui viene dalle scuole basse, dove ha
imparato un latino gotico, longobardico, o che
certamente è tutto altro, che latino. Lo stile suo,
se pur sa mettere i suoi pensieri in carta, ha del
goffo, dell’inetto, dell’incoerente, e vi si trova
molto di tutto quello, che ne’ differenti stili vi
può essere di male. Il gusto suo è depravato, o
dirò meglio, non gli è mai stato verun buon
gusto ispirato. Se Iddio gli ha datto dello spirito,
e del talento, i suoi maestri lo hanno reso
disputatore insolente, amante di sottigliezze, di
cavilli, d’imbrogli, rintracciatore di tutte le cose
inutili, sprezzatore di tutto il bello, e buono: se
poi non ha talento, oltre l'essere barbaro, egli è
anche uno stupido, un cavolo, un’oca, che di niente
si cura che non viene commosso nè dall’immagine
del buono, nè da quella del cattivo, ed a cui
negli studj tutto è uguale, tutto indifferente, tutto
l’istesso, purchè abbia impiegato quel deter-