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DELLA MANIERA DI TRATTARE |
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bri, di Bynkershoeckio, e di Noodt. Da
questi egli imparerà la critica legale, che insegna
a conoscere il vero via dal falso, ed a distinguere
il corretto dal guasto. Dagli stessi apprenderà
egli ancora la vera maniera d’interpretare
le leggi, ossia tutta l’arte Hermeneutica: i
medesimi gli faranno venire la voglia di dare anche
una scorsa alle opere di Giacomo Gothofredo,
di Brissonio, di Schultingio, di Balduino,
Charonda, Contio, Giphanio, Merillio, Eraldo,
Brummero, Averanio, e di tanti altri Giureconsulti,
le opere de’ quali, quando vengano con giudizio,
con ordine, e con moderazione lette, un
gran giovamento, ed una gran cognizione arrecano
ad ogni legale. Ma dissi, che vogliono essere
con moderazione lette, perchè non si ha poi da
perdere tutto il tempo dietro alle opere di costoro,
nè tutto lo studio deve essere solamente teorico,
poiché le teoria senza la pratica è una mera
erudizione, che niente giova, e che non rende
altrui degno del nome di Giureconsulto. E
però quando da questi autori si abbia cavata quella
cognizione, che sia bastevole per poter distinguere
le leggi, di cui ci possiamo servire, da quelle,
che per qualunque sia cagione non si possono
adoperare; e che inoltre si sia acquistata la vera
maniera d’interpretar le leggi usuali, e che finalmente
si sia arrivato a conoscere lo spirito
delle Leggi Romane, allora vuolsi far punto, e
passare allo studio pratico con aver però cura di
non perdere mai le cognizioni teoriche.
L’altra classe de’ Giuristi viene composta da'
puri Pratici, i quali allo studio della Teorica
Giurisprudenza o troppo poco, o certamente non