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116 DELLA MANIERA DI TRATTARE

deriva. Quindi inutile affatto si è per un Giurista lo studio più minuto di tutte le Leggi, eziandio di quelle, che ne’ nostri tempi non si possono a'casi nostri applicare. Ed è gettato almeno rispetto ad un legale tutto il tempo, che nel fare la critica, e nel tirar fuori l’erudizione, e la storia di somiglianti leggi si spende. E siccome le Leggi di tal qualità sono in numero indicibile, così non è possibile, che un uomo, sia pur egli di sommo ingegno, e di singolare memoria dotato, possa impiegarsi allo studio di siffatte leggi, ed insieme avere la bisognevole notizia di tutte le altre più usuali. Laonde un vero Giureconsulto, cui piaccia il sodo, il massiccio, ed il sostanziale, deve contentarsi di dare una semplice scorsa alle Leggi troppo oscure, troppo controverse, e troppo aliene da’ nostri costumi: ed all’incontro egli dee procacciarsi una buona, giusta, ed accurata notizia di que’ testi, che sono ancora in vigore, e che possono fare al proposito de’ negozi, e delle controversie, che accadono a’ nostri giorni. Un tal Giurista si va nella seguente maniera formando. Egli prima di tutto si dà allo studio delle Istituzioni di Giustiniano, che per se medesime sono assai brevi, facili, e chiare. Il testo adunque di queste si è la prima cosa, cui debba prendere per la mano un giovane studioso. Nello stesso tempo leggerà egli con attenzione un qualche autore de’ più celebri per saviezza, dottrina, ed erudizione, che abbiano spiegato, cementato, e sotto giusto metodo, ed ordine ridotto quel tanto, che ne’ quattro libri delle mentovate Istituzioni si contiene. A questo fine me-


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