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136 capitolo iv.


della Madonna; dove comincia il primo gradino era l'Altare sul quale stava l'Immagine venerata; e poiché l'Altare stesso era addossato al muro, così la chiesa mancava anche del coro. Colla grande affluenza dei visitatori del Santuario in certe occasioni dell’anno, la Chiesa era penosamente angusta, molto più che occorreva che i religiosi occupassero un certo spazio per l'ufficiatura. Ecco perchè gli Ingesuati stessi nel secolo XVII avevano veduto la necessità di ampliarla, almeno coll’aggiunta del coro dietro l'Aitar maggiore. 1 soliti contratti dell’Economia della Sambuca e di Montenero, da noi citati più volte ed esistenti nell’Archivio della città di Livorno1, riportano un testamento fatto nel 1636 dal cav. Gerolamo De Rossi di Pistoia, il quale oltre ad un lascito per celebrazione di messe in suffragio dell’anima sua, ingiungeva che quando le spese per il coro che i medesimi Ingesuati avevano ideato di erigere dietro l’Aitar Maggiore avesso raggiunto la somma di 400 scudi, fossero pagati loro scudi trecento per contribuire al compimento del medesimo2. Il coro però, così certamente ideato, non ci consta che fosse neppure incominciato, e forse o ne mancavano i mezzi, o le difficoltà della costruzione, dovendosi abbattere il monte retrostante, avranno distolto dall’opera; se pur non si pensò, coni’ è molto probabile, fin d’allora a fere non un coro, pel quale ben poco avrebbe la


  1. Registro F, c 169 e segg.
  2. Vedi il Testamento del Rossi pubbl. fra i documenti dell’Appendice