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CAPITOLO I.
Le fazioni dei Guelfi e dei Ghibellini, che tante stragi e tanti disastri cagionarono all’Italia, infierivano già da oltre un mezzo secolo in tutto il dominio della Repubblica Fiorentina sotto il nome di Neri e di Bianchi, allorchè nell’anno 1304 fu dal Pontefice Benedetto XI mandeto in Firenze il Cardinale Fra Niccolò de Prato Domenicano all’oggetto di quietare le civili discordie e pacificare gli animi dei Fiorentini e di altre genti loro vicine.
Il Prelato giunse in Firenze a’ 10 di Marzo, e non solamente fu ricevuto con grand’onore, ma ebbe altresì dai Cittadini ampia facoltà di eseguire quanto era conforme al carattere della sua Legazione[1]. Egli infatti introdusse varj cambiamenti nel Governo della Repubblica; ma favoreggiando non solo la parte dei Neri o Guelfi, che era quella che allor prevaleva, ma pur l’altra dei Bianchi o Ghibellini, e richiamando molti dei Fuorusciti, venne in sospetto al popolo, e si credè che quegli, invece di quietare gli animi, volesse sodisfare alla propria ambizione. Tale sospatto aumentò quando si seppe che i Ghibellini venivano con gran
- ↑ Giovanni Villani, Croniche, Lib. VIII, cap. LXIX. — Scipione Ammirato, Istorie fiorentine, Lib. IV.