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tempo della sua prigionia scrisse un’Istoria delle cause d’onde avvenne l’esilio di Cosimo il vecchio, delle conseguenze che ne derivarono, e del ritorno di lui1.
L’Ammirato racconta2 che l’anno 1428 si trovava nelle Stinche prigioniero de’ Fiorentini Lodovico Signor di Marradi, mentre due suoi fratelli tenevan per lui la rocca di Castiglione. Battuta però la rocca dalle armi della Repubblica, doveron quelli venire a patti, e resero la fortezza colla condizione, che Lodovico fosse restituito in libertà. Questa condizione però, contro la fede data dai Fiorentini, dice Neri Capponi, non essere stata osservata; e così le Stinche furono in in quella, come in altre occasioni, il luogo ove si consumarono le ingiustizie o le prepotenze del multiforme ed incostante Governo della Repubblica Fiorentina.
Sebbene queste Carceri delle Stinche non abbian finora potuto a noi somministrare se non che materie di argomenti tristi e luttuosi, somministraron peraltro alla vivace fantasia del faceto Berni materia di alquanti versi, i quali forman parte del Capitolo in lode del Debito, inserito nelle sue Poesie burlesche3.
- ↑ Dice il Lastri nell’Osservator Fiorentino, Vol. V, pag. 146, che una copia di questo libro, fatta per mano di Stefano Rosselli, conservavasi nella Libreria Rosselli già Del Turco. Un’altra copia io l’ho veduta pochi giorni sono presso il Sig. Pietro Bigazzi. Nel Proemio l’Autore istesso dice di avere scritto quest’opera nel tempo che trovavasi prigione nelle Stinche.
- ↑ Istorie Fiorentine, lib. XIX.
- ↑ Con questi versi appunto vogliamo terminare il presente Capitolo, affine di rattemprare la serietà del subietto che abbiamo impreso a trattare.
O gloriose Stinche di Firenze,
Luogo celestïal, luogo divino,
Degno di centomila riverenze.
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