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queste Carceri, e precisamente quella che guardava a levante, a servire per i condannati ai lavori pubblici. A tale oggetto, quasi in sull’estremità del lato principale, dalla parte del Canto agli Aranci, fu fatta una porta della forma che noi diciamo a Rimessa1, per la quale uscivano i forzati coi loro carretti quando si portavano a nettare dalle immondezze le pubbliche vie della città di Firenze2.

Questo sistema continuò fino al mese di Marzo dell’anno 1808, nel qual tempo le Stinche ritornarono ai soliti usi primieri; se non che sotto il Governo francese furon pure destinate a racchiudere provvisoriamente quei colpevoli, i quali condannati dalla Corte Criminale di Firenze, stavano quivi aspettando che dalla Corte di Cassazione di Parigi fosse venuta la conferma o la revoca della condanna loro. Quivi egualmente sotto lo stesso Governo francese si rinchiudevano quei disgraziati, che dalla Commission Militare condannati all’ultimo supplizio, attendevano l’ora fatale della loro esecuzione.

  1. Questa porta era stata fatta peraltro qualche mese avanti di collocare i forzati nelle Stinche; e ciò vogliamo avvertire per una maggiore esattezza.
  2. Questi forzati s’impiegarono non solo in scopar le vie della città, ma pur anche in costruire vari edifizi sì pubblici che privati. Il primo lavoro che fecero di questa specie, fu pel Senator Serristori quella lunga terrazza, che dal Ponte alle Grazie, per il muraglione che fa argine al lato sinistro dell’Arno, conduce alla Porta S. Niccolò. Uno degli ultimi fu il riattamento della Porticciuola dell’Arno di contro alla Piazza delle Travi.

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