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CAPITOLO III.

Degli usi, cui vennero destinate queste Carceri. Amministrazione delle medesime.



Sembra che queste Carceri fossero quasi fin dall’epoca della loro costruzione destinate a racchiudere non solo i rei per cause politiche e criminali, ma pur anche i debitori insolventi; poichè si ha dal Manni nelle Veglie piacevoli, che nel 1341 fu quivi carcerato per debito di gabella del vino il Vinattiere Giovanni di Durante; come egualmente per debiti verso alcuni particolari fu nel 1343 carcerato il maldicente poeta Dino di Tura.

In quel tempo, come anche dipoi, erano deputati alla custodia de’ rinchiusi quattro o cinque cittadini popolari e guelfi, i nomi dei quali venivano tratti a sorte dalle borse a quest’effetto destinate, e l’estrazione si faceva alla presenza de’ Priori e del Gonfalonier di Giustizia. Soprattutto dovevano esser tutti uomini da bene e di ottima fama, e venivano chiamati Soprastanti, ed ai medesimi presedeva un capo nominato il Guardiano. Le elemosine, che venivan fatte ai ritenuti, erano amministrate da questo Guardiano, e secondo l’opinione del Manni, sembra che non fossero poche1.

  1. Manni, Veglie piacevoli, Vol. II alla Vita di Dino di Tura.