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L’attività sua nel lavoro avrebbe dovuto stancarlo, ma egli la notte veglia al capezzale della sua sposa diletta pronto ad ogni richiesta, e come per lei così per i figli, per la cognata, per tutti, egli sa, in casi di mali divenire, anche negli ultimi suoi giorni, la più amorosa, la più delicata delle infermiere. — La educazione e la istruzione dei figli ebbero le sue cure più assidue, nè i sacrifizi sostenuti a questo scopo gli sembrarono gravosi, e il lavoro, unica sua ricchezza, lo fece attivo fino all’ultimo momento. Del ricavato poco o nulla dispone per sè, ma tutto usa largamente per il suo ideale costante, per la famiglia e per chiunque a lui si rivolga. Il dire della dolcezza sua è impossibile ed il suo rimprovero, quando aveva necessità di ricorrerci, era tale che dal cuore muoveva ed al cuore andava a colpire.

Questo suo amore grandissimo che nella famiglia trovò sempre la corrispondenza la più completa, egli portò in tutte le sue relazioni esteriori, relazioni che furono assai numerose qui e all’estero, e solo la disonestà poteva corrucciarlo e togliere alla sua fisonomia quella impronta di serenità che natura vi aveva impressa. Egli amò ed amò molto i genitori, la sorella, i fratelli, di uno dei quali curò ed allevò il figlio, morto giovanissimo per malattia inesorabile; amò la moglie, i figli, la cognata, chi soffriva, chi colla tenace volontà si apriva una strada, e se nella vita patì dei torti, non mancò mai di perdonare.

Tutto questo suo amore, più che l’età, commosse ed ammalò quel cuore causa della sua perdita dolorosissima per la famiglia che lo idolatrava ed in lui sentiva il legame di unione, la ragione dell’esistenza naturale e morale.

Nè i continui viaggi, nè le cure della famiglia lo distolsero mai dal suo primo ideale, l’amore per la patria diletta,