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risuscitati da non riconoscerci, e se durasse questo tempo 7 od 8 giorni non si torna più nessuno. Per di più sono quattro giorni che non ci danno paga, e molti, non hanno altri denari; il rancio solo, colla fatica presente non basta a metà. Ieri già, come puoi credere, non vi era nulla a peso d’oro. Sento dire che alcuni scrivon di qua che si sta bene, e ti racconterò quando torno tutte le fatiche e le canità che ci fanno perché scrivendotele non le crederesti. Il Generale si è rivoltato come un cannibale ad uno della mia compagnia che era andato a prendere 5 o 6 libbre di paglia tritissima vedendo che i cavalli non avevan paglia per giacersi. Ma tutto si soffrirebbe volentieri se non vedessimo di poter stare assai meglio, diretti da gente di più cuore. Forse avrò detto troppo perchè ancora mi ribolle della giornata e della nottata passata. Sono sicuro però della verità. Seguita a farsi maggiore la nostra disillusione, e di ciò assai mi affliggo vedendo la brutta figura che ci faremo. Oggi parte il primo battaglione per Goito, per Rivalta e per Sacco ove va a riposarsi per qualche giorno. Qui sono rimpiazzati da altri che non si sa chi siano. Dopo di loro andremo in riposo anche noi, ma son palliativi che nulla calmeranno il malumore predominante. Melaninescamente passiamo ad alias. Ho riscontrato che in alcune delle tue, lasci il numero progressivo in modo che la scritta del 17 sarebbe la 13ª. Regolati. — Ricevei la lettera che mi annunzia degli oggetti speditimi, ma non ricevei nè ho ricevuto la scatoletta che molto mi avrebbe fatto comodo. Speriamo che i nostri ufficiali sentendo l’odore del tabacco non abbiano fatto, tutto mio, come han fatto dei sigari di Avana speditici dai Fiorentini, e di tante altre cosette particolari. Anche ciò é causa di disgusto. — Ieri l’altro ci fecero fare l’esercizio di battaglione, e per noi non sarebbe andato male, ma per la ciucaggine degli ufficiali andò tutto a rotoli. Non sanno i primi principii. Figurati che un capitano non riconosceva più il suo plotone. Sento dalla tua, che avrebbe dovuto accompagnare la scatola che tutto va bene, e che mi hai assaissimo compreso. Ti ringrazio. Le tue considerazioni sull’affare del Ferrari sono giuste, e tutto il male dipende che i più di noi non vogliono esser soldati, ma civici, e così essi dicono, soldati ragionatori, e con questi non si fanno mai le guerre. Mi tranquillizza in parte anche me la tua altra lettera dicendo che il governo non ci scioglierà che finita la campagna. Per me avrei gran rimorso se poco dopo giunto costà avvenisse qualche decisione, che non può essere che buona.