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tosa, la compassione amorosa, che mi avete sempre mostrato tutti, saranno interpetri fedeli del cuore, e aggiusterete i detti ai nostri comuni principii. Sento i lagni di Babbo e Mamma per la mia perdita e forse anche per quella di Evandro, e vorrei poter dire parole che fosser loro di consolazione. Altri figli vi rimangono, o miei cari Genitori, di me più degni d’affetto e di cure, e ad essi quello e queste rivolgete. Questo mio carattere un giorno vi avrebbe dato facilmente un dispiacere assai più grande, e tale che vi torrebbe la gloria di nominarmi. Voi lo sapete, era stanco di vedermi andare tutte le cose al contrario, di dover soffrire impunemente le ingiurie, le ingiustizie degli uomini e della fortuna, di veder tutti i mali irreparabili cagionati a questa misera Patria bella e diletta, per le nostre vecchie discordie. Col cuore tutto intento al bene di essa non son fornito, nè di talenti nè di studi per giovarle; e adesso venuto finalmente il momento sperato invano fino dai miei più teneri anni, quando leggendo le glorie italiane imparava ad amare l’Italia, di saper per lei morire, dovrei e potrei lasciarmelo fuggire? Con che cuore poi, soccombendo la santa causa per l’avverso destino, potrei sopportare l’obbrobrio meritato, quando per me non facessi ciò ch’è in me per non meritarlo? No, no! Voglio piuttosto morire che vedere le infamità delle orde croate profanar questa terra e forse le mie donne. Tanto poi questa è la sola consolazione che mi aspetto quaggiù e non dovrei afferrarla? Gusterò la prima vera felicità allorquando i miei occhi si chiuderanno per sempre. S’io cianciassi ad altri che a voi, miei carissimi, queste parole suonerebbero sciocchezza, tali essendo tutte le passioni per l’uomo nel momento ch’egli non è dominato da esse. Voi, voi soli m’intendete che sapete quanto abbia inutilmente sofferto per giovare ai grandi bisogni della famiglia, quanto per soffocare ogni stimolo di quelle tante passioni giovanili e di affetti, e di amor proprio e di ambizione. Sì! grandemente io la sentiva questa ambizione!... ma come appagarla privo di tutti i mezzi che per vie diverse mi potevan menare a conseguire il mio intento? Tutto, tutto me lo contende. Calcolato il mio sentire, i molti desiderii, i pochi mezzi per soddisfarli e per denaro, e per ingegno, e per molte altre ragioni, il mio avvenire non poteva essere che miseria. Dunque nessun lamento, nessuna lacrima per chi finì di patire, per chi desiderava morire, ed è caduto in campo per la sua patria. La possibilità sola di restare in vita mi rattrista. Solo mi duole di dovermi dividere da voi. Oh! perchè non è dato ai