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«Da questo e dalla storia romana e greca, cominciai presto ad amare la patria, tanto che pochi anni dopo a S. Sepolcro, questo amore divenne idolatria pei discorsi che sentivo fare dai giovani più grandicelli di me.»


A quindici anni

1839-1847.

Negli anni che corsero dal 1831 al 1839 Alarico Carli fece prima gli studi elementari e si dedicò poi a quelli classici, nei quali compiè il corso, che allora distinguevasi col nome di Umanità, e che equivale alla 5ª ginnasiale d’oggi.

«Venni, quindi, a Firenze, Egli scriveva, per studiare la pittura. Qui conobbi dei veri e propri liberali, coi quali passando molte ore della notte passeggiando per le nostre colline, cominciai ad intendere meglio lo scopo a cui tendeva la nostra generazione, che allora immaginavamo solo destinata a combattere lo straniero ed a cacciarlo d’Italia.»

Inscritto all’Accademia di Belle Arti fu scolaro dell’illustre Bezzuoli e compagno di giovani, che riuscirono poi valorosissimi artisti, fra i quali basti citare il Puccinelli e Stefano Ussi. Con passione ed amore studiò l’anatomia pittorica, pel quale studio frequentò, per varî anni, il nostro R. Arcispedale di S. Maria Nuova, in compagnia del proprio cugino Dott. Chiarini. Studiò pure la prospettiva e quant’altro può avere relazione colla divina arte di Giotto, e, per accrescere il non lauto pe-