meora detto Giano anticamente fu chiamato Tuficano, perchè bagnava Tufico. Il di lui nome fu col tempo adulterato, come fu corrotto il nome del fiume Suasano, che bagnava Suasa, e fu detto Cesano, lo che si rileverà da quanto sarò per dire. Questo Giano dalla sua sorgente sino al luogo, in cui scaricasi nell’Esi, non bagnava altro paese fuori di Tufico, perchè Fabriano non esisteva; e siccome il Nintoma nella stessa lettera chiama fiume di Cerreto quello, che si scarica nel Giano immediatamente sopra Tufico, perchè scorre vicino a Cerreto, che io antecedentemente chiamai col nome di fiume di Matelica: così gli antichi imitando il Nintoma chiamarono Tuficano quel fiume, che ora corrottamente chiamasi Giano, perchè bagnava le mura di tale Città. Se questo fiume avesse preso il nome dalla Città detta Faberjana si doveva chiamare Faberjano, e non Giano. Se poi diede il suo nome ed essa, questa deve dirsi Giana, e non Fabriana. Mi stupisco, come mai egli, che è piuttosto critico, abbia approvati i detti di Paolo Merula, dello Scaldero, e del Riccioli, i quali pretendono, che debba dirsi in latino Faberjanum, ovvero Faberjana la Città di Fabriano. Dunque per questo motivo noi dovremo dire Tusculum janum, Lucullum janum, Tullium janum, Plinium janum, e che tali luoghi presero il nome dal fiume Giano, o dalla preghiera, che fece il Console Decio, come di Fabriano dicono i Cronisti Fabrianesi, cioè il De Vecchi, il Flori, il Lori, ed altri. Non possiamo dir questo, ma crediamo, che Lucullano, Pliniano, Tulliano furono così detti, perchè erano luoghi appartenenti, e fabbricati dai Luculli, dai Plinii, dai Tullii, come appunto il Carcere Tulliano in Roma così fu detto, perchè fabbricato da Tullio. Essendo state distrutte due Città, cioè Attidio, e Tufico, alcuni artefici fissarono la lor dimora nella pianura, ove sorge Fabriano, e vicina al fiume, che loro era opportuno, e giovevole. Coloro, che seguirono ad abitare in Attidio, e Tufico, e che ancor parlavano la lingua latina, chiamarono quel sito, ove