si unisce al fiume Giano. A Ponente in distanza di miglia quattro era lontana da Attidio, a levante in distanza di miglia quattro da Castel Ficano: a mezzo giorno in distanza di miglia sei da Matelica: a tramontana in distanza di miglia quattro da Pierosara, e che Fabriano le rimane a ponente in distanza di cinque, e più miglia, e la Genga tra Ponente, e Settentrione in distanza di miglia cinque. Avverto, che queste miglia non sono misurate, ma sono secondo il linguaggio de’ popoli di quelle vicinanze, i quali a me sembra, che hanno le miglia troppo lunghe. Imperocchè interrogandoli della distanza, che vi era da un luogo all’altro, mentre viaggiava, notai, che non finivano mai quelle poche miglia, che mi avevano dette. Ivi dunque si mirano gli avanzi di detta Città. Il fiume Giano o l’intersecava, o bagnava le sue mura. Il ponte odierno di detto fiume riposa sopra rottami di colonne, che furono poste per fondamenti, ed il pieno della Città rimaneva di rimpetto al diruto fabbricato dell’antico Ospedale dedicato a S. Maurizio, e Lazzaro. Il fiume Giano poco lungi dalla Chiesa di S. Vittore si unisce al fiume Sentino, che esce dalla divisa Montagna di Frasassi, e dopo questa unione prende il nome di Esi. Da Tufico si vede la Montagna di Frasassi, perchè non le rimane molto lontana, e così la piccola chiesa della Madonna dell’Acquarella situata sopra un monte alpestre, ove i Padri Cappuccini tennero il primo lor Capitolo Generale l’anno 1529, come narra il Vadingo1, in cui elessero il primo loro Vicario Generale, che fu Fr. Matteo da Basso. Questo monte è porzione del Monte altissimo detto S. Vicino, che si vede in tutta la Marca, e sotto di cui rimane Albacina, il quale a’ tempi di S. Pietro Damiano, che visse nell’undecimo Secolo, chiamavasi Suavicino, come egli narra nella vita di S. Romualdo. Non può dubitarsi, che in tal luogo sorgeva una Città, perchè le colonne, le medaglie, le lapidi, gli aque-
- ↑ Annal. Min. an. 1529.