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mezzo all’esercito a Longobardi, gli Eruli, e tutti gli altri barbari, e comandò, che calassero da cavallo, affinchè, se o per timore, o per perfidia cessassero di combattere non fossero cosi lesti a fuggire. Narsete fece un’angolo dell’estremita del corno sinistro de’ Romani, che era nel principio della schiera, avendovi collocati mille, e cinquecento soldati a cavallo, ed ordinò ai cinquecento, che se qualche schiera de’ Romani fuggisse, subito li soccorresse: agli altri poi mille, che tostochè i soldati a piedi degl’inimici avessero cominciato a combattere, li assaltassero dietro alle spalle, e sorpresi così fossero assaltati da ogni parte. Totila oppose agli inimici tutti i suoi combattenti disposti nella medesima maniera, e girando intorno al suo esercito l’incoraggiva, e colla voce, e col volto li eccitava ad esser valorosi. Lo stesso faceva Narsete facendo vedere elevate sopra le aste le armille, le collane, i freni di oro, ed altri premii molto adattati ad infiammare gli animi de’ soldati a combattere. Per qualche poco di tempo l’uno e l’altro esercito si raffrenò di cominciar la battaglia, ed a piede fermo aspetto l’assalto dell’inimico.

Quindi Coca persona assai celebre per la prestezza essendo escito fuori a cavallo dell’esercito de’ Goti, si accostò all’esercito de’ Romani chiedendo qualcuno, che volesse a solo a solo combatter con lui. Era Coca del numero de’ soldati Romani, il quale prima si era unito con Totila. Incontanente una guardia di Narsete chiamato Anzala armeno di nazione gli si fece incontro andando a cavallo. Coca per il primo con impeto si scaglia contro di lui meditando di ferirlo coll’asta rivolta verso il ventre. Anzala incontanente voltato il cavallo sfugge la percossa, e delude la violenza. Con quest’arte a traverso sovrastandolo spinse l’asta nel di lui fianco sinistro: quello scosso dal cavallo morto è gettato per terra. Dall’esercito Romano si fa gran festa, ma niuno degli eserciti da cominciamento alla battaglia. Il solo Totila esce fuori in mezzo all’uno, ed all’altro campo, non per combattere a solo a solo, ma per prolungare il tempo, e ritardare