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Stando così ordinati gli eserciti in battaglia, una Cervia fuggendo un Lupo di verso i monti passò correndo tra l’uno esercito, e l’altro. Di poi dividendosi le fiere, corsero in diverse parti: il Lupo andò verso i Romani, e gli fu data tra gli ordini la via: la Cervia fuggendo verso i Galli fu saettata, e morta da quelli. Allora un soldato della prima fronte de’ Romani gridò dicendo: la fuga, e l’uccisione, o valorosi uomini, si è volta in quella parte ove voi vedete morta in terra la fiera a Diana consagrata, e dalla nostra banda il Lupo a Marte consagrato, che salvo, e senza alcuna offesa è scampato, ne ammonisce, che noi ci ricordiamo di noi medesimi, gente marziale, e del nostro progenitore.

I Galli si fermarono nel corno destro, i Sanniti nel sinistro. Quinto Fabio mise la prima, e la terza legione per la destra banda contro i Galli, Decio la quinta, e la sesta per la sinistra contro i Sanniti. La seconda, e la quarta era con Lucio Volumnio Proconsolo alla guerra del Sannio. Nel primo riscontro la cosa andò in tal maniera del pari, che se vi fossero stati presenti i Toscani, e gli Umbri o nel fatto di arme, o negli alloggiamenti; certo ovunque si fossero volti, si sarebbe ricevuto grandissimo danno. Ma benchè la cosa stesse così pareggiata, e la fortuna non avesse ancor dimostrato, ove ella colle sue forze si avesse a volgere, non si combatteva però nel medesimo modo nel destro, come nel sinistro corno. I Romani nella banda, ove era Fabio, piuttosto sostenevano difendendosi la battaglia, che premesser molto i nemici, ed andavano prolungando il più che potevano la zuffa al tardi, perchè così giudicava, che fosse da fare il Capitano, pensando, che i Sanniti, ed Galli fossero nel primo empito feroci: i quali ai Romani bastasse allor sostenere, e nel combatter poi più lungamente gli animi de’ Sanniti a poco a poco raffreddarsi, ed oltre a ciò i corpi de’ Galli non poter sopportare punto la fatica, nè il caldo, ed i loro primi assalti esser più gagliardi, che di uomini, e gli