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condo Marciano. Eretto così un Collegio formava una università, ed aveva la propria Scuola ornata di Statue, di pitture, di memorie onorevoli, e di tutti gli ornamenti, nella quale si adunavano gli artefici, formavano le lor leggi, i loro Magistrati, ed i lor Patroni. Plutarco crede derivata da Romolo l’origine di questi Patroni: caeteros deinde potentiores secrevit a plebe, appellavitque patronos illos, hos clientes: ex quo fonte mirifice eos inter se benevolentiae, necessitudinisque copulavit jure, cum litigantibus patroni de jure responderent, atque advocati adessent in judicio, omnibusque item in rebus consilio eos, et studio foverent, hos contra colerent clientes non honorando modo, verum dote etiam tenuiorum filiabus conferenda, et aere alieno solvendo. Questi Patroni non prendevano mercede dai loro Clienti, e sarebbe stata un’infamia, se si fossero abbassati a questa viltà: si mercedem accepissent potentiores a demissioribus turpe haberi coepit, et sordidum. Da quest’uso introdotto nella Città di Roma fra la plebe, ed il Senato, ne derivò quello, che poi fu sì frequente per le Città. Ognuna di esse sceglieva in Roma un soggetto, il quale in qualunque occorrenza si fosse impegnato pe’ di lei interessi; e questo per tali clientele non riceveva è vero alcuna mercede, ma conseguiva l’affezione, e l’obbligazione de’ Clienti, i quali lo favorivano nel partito, che prendeva. Perchè riuscì a Pompeo adunar subito tanti soldati nel Piceno per andare in ajuto di Silla? Perchè al dir di Plutarco1 l’agro Piceno paternis clientelis refertus erat. Come cominciò Claudio Druso a tentare l’occupazione dell’Italia? La cominciò per clientelas secondo Svetonio2. Ed a Pertinace chi aprì la strada all’Impero, se non Lolliano patrono del di lui Padre, come riferisce Giulio Capitolino?3 E siccome le persone le più rispettabili, e le più potenti si scieglievano a tale uffizio, così era somma gloria per

  1. In vit. Pomp.
  2. In vit. Tiber.
  3. In vit ejusd.