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ciFonte/commento: Pagina:Piceno Annonario ossia Gallia Senonia illustrata Antonio Brandimarte 1825.djvu/219 conservava con tutta cura, e si trasmetteva a’ distendenti. Plauto ci convince di quest’uso1

Han.

Si ita est tesseram
Conferre si vis hospitalem, eccam attuli.
. . . . . . . . . . . . . . .

Ag.

Pater tuus ergo, hospes, Antidamas fuit,
Haec mihi hospitalis Tessera cum illo fuit.

Han.

Ergo apud me hospitium tibi praebebitur.

Chi dunque aveva contratto questo impegno di Ospitalità, s’informava del giorno, in cui doveva giungere nella sua Città il suo Ospite, ed andava ad incontrarlo. Lo conduceva in sua casa, e dopo aver invocati gli Dei domestici protettori dell’Ospitalità, offriva all’ospite il Pane, il Vino, ed il sale simbolo dell’amicizia, e da ciò venne il proverbio, che per essere perfettamente amici si dovevano mangiare insieme molti moggi di Sale, al dire di Cicerone2: verum illud est, quod, vulgo dicitur, multos modios Salis simul edendos esse, ut amicitiæ munus expletum sit. Uno de’ doveri de’ Questori Romani era quello di preparare a pubbliche spese un’alloggio agli Ambasciatori delle Nazioni straniere, e di somministrare ad essi le cose necessarie alla vita. Presso i Greci quest’officio apparteneva à coloro, che eran chiamati Proxeni, e Parrochi. I primi dovevano andare incontro al deputato, e condurlo al luogo preparato: i Parrocchi dovevano provvedere ai bisogni di lui, e somministrargli il necessario. Il P. Corsini ci avvisa, che in Atene eravi per fino un Sinodo consacrato a Giove Ospitale. Nel suo erudito libro3 riporta alla nona iscrizione, che un certo Diogneto Questore Naucleorum, et Mercatorum vehentium synodum Jovis Hospitalis significa al Senato voler questo Sinodo mettere una dipinta imagine di Diodoro suo ospite. Somiglianti Sinodi ad onore degli altri Dei avevansi, ed il Corsini ne reca molti esempi. Ma che erano questi Sino-


  1. Poenulus Act. V. scen. 2.
  2. Lib. amicit.
  3. Hist. l. 1. p. 15.