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QVAE ANTEA PICENI CAPVT PRO
VINCIAE VIDEBATVR VICARIO
ITALIAE QVAE POTESTAS SVPRA
DICTO VIRO OB TESTI
MONIVM ANTEACTI HO
NORIS EST ADTRIBVTA
PETITIONE SENATVS CON
TEMPLATIONE VITAE ATQVE
ELOQVENTIAE EIVS AB INVICTISS.
PRINCIPIBVS EST DELATA
nel rovescio
DEDICATA V. EIDVS NO
VEMBRIS COS. FL. MALLIO
THEODORO V. C.


Distrutto il dominio de’ Goti in Italia, e costituita Ravenna per Città capitale dell’Esarcato, il Piceno Annonario mutò nome nuovamente, e la parte marittima di esso fu chiamata Pentapoli, e la parte montana fu chiamata Provincia de’ Castelli, e fu diviso in due Provincie. L’anonimo Ravennate enumerando le regioni dell’Italia dice, che la sesta era Annonaria Pentapolensis, cui adnexa pars Piceni annonarii. Septima est supra ipsam Pentapolim, idest Provincia Castellorum, quæ ab antiquis. . . . Il P. Berretti contro il Fontanini supplisce le parola aggiungendo, quæ ab antiquis dicta est Picenum, e crede, che il contado Fermano sia la Provincia de’ Castelli. Il Catalani, Stefano Borgia, ed il Raffaeli, come dissi nel Plinio illustrato, si uniscono a lui. Io ora penso diversamente, e credo che la Pentapoli annonaria, a cui era annessa porzione del Piceno, fu composta in principio da cinque Città, cioè da Rimino, da Pesaro, da Fano, da Sinigaglia, e da Ancona, cioè dalla Gallia marittima, e che la Provincia de’ castelli situata sopra la stessa Pentapoli, e che dagli antichi fu chiamata Piceno, fu composta dalla Gallia Montana, cioè da Camerino, Matelica, Attidio, Tufico, Sentino, Alba, Ostra, Suasa, Pitulo, Jesi. Di fatti quanti Castelli non hanno soggetti Fa-