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tore del Piceno, che risedeva in Alba; lo che in appresso sarò per dire. Per distinguer poi tal regione dalla mia Provincia, che fu chiamato Piceno suburbicario, perchè a Roma più prossimo, fu denominato Piceno Annonario, forse perchè doveva contribuire vettovaglie all’Annona di Roma. Il primo era soggetto al Vicario di Roma, il secondo al Correttore, ai Giudici, o ad altri simili incaricati, come si osserva in tante lapidi. Nella Notizia delle dignità dell’Impero illustrate dal Panciroli si legge nominato con distinzione il Piceno annonario, e suburbicario, come due diverse provincie, che componevano le XVII, nelle quali era ripartita l’Italia. I Goti non tolsero tal nome, perchè nell’anno 537 di Cristo Procopio1 chiama Alba Città Picena. Anzi quest’autore non fa alcuna distinzione di Piceno Annonario, o suburbicario, e annoverando il sito, che occupavano i popoli Italiani dice, che ai Sanniti succedevano i Piceni, il territorio de’ quali giungeva sino a Ravenna: nunc eorum, qui Italiam incolunt, exponere situm aggredior . . . a cujus dextera sunt Calabri, Apuli, et Samnites: hos picentes excipiunt, quorum sedes Ravennam usque pertinet2. Cominciando il Piceno dunque da Pescara, e giungendo sino a Ravenna Città antica, popolata, e celebre, sembrava, che questa fosse la capitale di esso, come ci testifica la seguente lapide eretta nel 499, anno in cui cadde il consolato di Flavio Mallio Teodoro, che è riferita dal Grutero, che dice essere stata trovata in Roma3


CRONIO EVSEBIO V. C. CONSVLARI AEMILIAE
ADDITA PRAEDICTAE PROVINCIAE
CONTVITV VIGILANTIAE
ET IVSTITIAE EIVS ET IAM EA
VENNATENSIVM CIVITATEM


  1. Lib. 2. c. 7. de Bel Gothor.
  2. De Bel. Got. l. 1. c. 15.
  3. p. 366. n. 3.