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nol’acqua, e tutti i metalli, che conduttori, o deferenti si appellano. Si sa finalmente, che nelle viscere della terra esistono corpi dell’una, e dell’altra classe.

Accennate queste poche cose, non è difficile comprendere l’origine del terremoto. Quando il fluido elettrico circolando dentro il globo per tendere all’equilibrio incontra i corpi conduttori, pacificamente si diffonde, ne’ avviene alcun fenomeno in questo caso. Qualche volta però s’incontra con corpi coibenti, che gli contrastano il passaggio. Quindi è, che soverchiamente accumulandosi in qualche parte, fa de’ grandi sforzi, scuote orribilmente la terra, e colla sfrenata sua forza squarcia sovente le sue enormi barriere. Tale essere stato il caso nella descritta montagna così si dimostra. Dalle di lei radici sorte una gran sorgente di acqua sulfurea. Ciò non può succedere, se l’acqua non passasse sopra gli strati di solfo, la quale radendoli s’impregna di particelle sulfuree. In tempi umidi l’odore è più acuto, e si diffonde in distanza assai considerabile. Lungi un miglio dalla sorgente, e nel mezzo della montagna di Moscano, da un’angusta apertura tra’ macigni vedesi uscire il fumo qualche giorno prima, che l’aria si manifesti umida. L’odore acuto, che ne’ tempi umidi tramanda l’acqua, ed i fumacchi, che anche allora sollevar, si veggono, sono i naturali barometri de’ Contadini, che aspettano vicina la pioggia. Dentro la montagna dunque esistono i solfi, i quali essendo corpi coibenti hanno arrestato il fluido elettrico. Questo poi coll’indicibile sua forza rompendo ogni freno, la squarciò da capo a fondo trovando lo strato di vivo sasso. Imperocchè questo fa più forte opposizione ad un tale sforzo, e perciò soffre più di quell’altra terra, che è composta di ghiaja, di arena, e di simile materia non tesa, e stretta, che cede più facilmente, e non fa si gran resistenza. Alcuni pretendono, che questa montagna si dividesse nella morte del nostro Signore Gesùcristo, perchè dice S. Matteo1 terra mota est, et petrae scissae


  1. Cap. 27. v. 52.