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tuziano, e Palmense erano più vasti dell’Agro Adriano. Mi dica egli, perchè presentemente una provincia è più vasta dell’altra: perchè una Delegazione contiene più Città, e paesi dell’altra? Perchè così fu stabilito, mi dirà. Così gli risponderò ora io, e se non gli appaga questa risposta, che imparai a darla sin da ragazzo, mi faccia il piacere a suggerirmene un’altra.

Dopo essersi in tante maniere contraddetto asserisce, che era stato in procinto di lasciarsi sedurre1 da alcuna delle mie ragioni per togliere Asculum dal seguente passo, come feci io, Castellum Firmanorum, et super id colonia Asculum Piceni nobilissima. Ma per non commettere questa viltà interpolò egli Plinio, lo fece comparire per un’autore il più goffo, lo spiegò col forse, e potrebbe essere, e pose Fermo nel littorale. Di fatti colloca un punto, ove Plinio non lo vergò, e dicendo una falsità, che tal punto fu suggerito da me2, sottintese urbs, o civitas alla parola nobilissima, e così lesse: Firmanorum Castellum, et super id Colonia. Asculum Piceni nobilissima intus. Ma perchè si deve porre un punto ove niuno mai lo mise, e sottindendere urbs alla parola nobilissima, quando Plinio la unì con colonia? Non è questo veramente un’interpolarlo, come egli declama contro di me3? Se intus si unisce ad Ascoli, allora la colonia Fermana non rimane nel littorale, ove non mai fu? Si può credere, che il Principe de’ Latini Geografi rammentandosi, come egli dice4, di aver ommesso Ascoli, lo ponesse in un sito, ove non era, senza ammonire il lettore, che egli così oprava, perchè si dimenticò di porlo prima? I nostri Villani se nel mezzo del discorso, si fermano, e per non recare confusione a chi li ode, lo avvertano col dire bisogna, che faccia un passo indietro, eppoi proseguono il racconto. Si può credere, che Plinio fu meno valente di essi? Se nell’Elvino finiva la regione Pretuziana, al

  1. Pag. 15.
  2. Pag. 16.
  3. P. 22.
  4. P. 26.