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Narnia, et infestum nebulis humentibus olim Iguvium, patuloque jacens sine moenibus arvo Fulginea. Il nome primitivo, e più antico fu IKVVIVM, come in caratteri etrusci leggesi nelle antiche monete indicate dal Reposati, e negli aurei secoli Romani fu IGVVIVM, come leggesi nelle lapidi. Sono celebri le tavole Eugubine, e T. Livio narra1, che Genzio Re dell’Illiria essendo stato fatto prigioniere dà Romani, per decreto del Senato dopo essere stato condotto innanzi al cocchio trionfale fu mandato a Spoleto, affinché fosse custodito. Non volendo gli Spoletini assumere tal’incarico fu condotto a Gubbio. Ritorno alla Tavola Peutingeriana.
AD CALEM VII. Nell’itinerario Gerosolomitano leggesi ad Cale, nell’Anonimo Ravennate Gallis, ed in un luogo dell’Itinerario di Antonino ad Calem, in un altro Calle vicus. Dalle due seguenti lapidi riportate da una lettera anonima, la quale secondo il Lami nell’effemeridi letterarie dell'anno 17652 fu parto di Monsig. De Augustinis Zamperoli, si rileva il vero nome di tale Città3
C. SCABIO CALENSI
ACCENSO DRVSI CAESAR et
ALVMNO LEG. VII. DECVR
GERMAN. ATQ. ASIAT. BELLO
MVRAL. COR. DON. VIRO FORTISS.
C. IVLIVS FELIX
T. VIBIVS OSCVS
M. POMPONIVS UMBER
D. D. D. B. M. P.
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L. DENTVSIO L. F. PAL.
PROCVLINO. EQ. P.
CVRAT. KALE. TIF.
MAT. DATO AB IMPP.
SEVERO ET ANTONINO