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CAPITOLO I.
Confine, e nomi, che ebbe il Piceno Annonario.
Essendo stato lo scopo mio d’illustrare il Capitolo decimo terzo del libro terzo di Plinio Seniore, non parlai di molte Città distrutte, che anticamente erano situate nella Marca Anconitana nel libro, che diedi alla luce otto anni sono. Imperocchè non formavano esse parte del Piceno, ma appartenevano alla Gallia togata, che Plinio pone nella sesta Regione dell’Italia. Siccome questa fu chiamata in appresso Piceno Annonario, e forma la metà della mia Provincia, cioè della Marca, così di essa presentemente trattar voglio, e ritogliere da un genere di morte le città, che perirono, le quali per servirmi dell’espressioni di Lucano1
- Pulvere viFonte/commento: Pagina:Piceno Annonario ossia Gallia Senonia illustrata Antonio Brandimarte 1825.djvu/219 tectœ poterunt monstrare ruinæ.
Ma per procedere con tutta la chiarezza possibile è necessario, che prima delinei il confine della Gallia, e riporti i nomi, co’ quali fu chiamata ne’ diversi tempi. Plinio ci accerta, che dopo il territorio di Ancona cominciava la Gallia togata, e che questa giungeva sino al fiume Rubicone, chiamato oggi Luso. Aveva dunque per confine a levante il Piceno, a Ponente, ed a mezzo giorno l’Umbria, a Tramontana il Mare adriatico. Hinc2 sexta regio Umbriam complexa, agrumque gallicum circa Ariminum. Ab Ancona gallica ora incipit togatæ galliæ cognomine. I di lui detti sono confermati da Pomponio Mela, che dice3 exin illa in angusto duorum promontoriorum ex diverso cœxuntiumFonte/commento: Pagina:Piceno Annonario ossia Gallia Senonia illustrata Antonio Brandimarte 1825.djvu/219, inflexi cubiti imagine sedens, ac ideo a Grajis dicta Ancon inter gallicas, italasque gentes quasi terminus interest. Assicurandoci Strabone4, che il Piceno cominciava dal fiume Esi: Picenus ager sequitur. Longitudo ab