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Bibliotecario1, e parimenti intitola Luceoli Castello. Dai due citati autori sappiamo, che questo luogo fu occupato dà Longobardi, e che sotto il Pontificato di S. Gregorio I, l’esarca di Ravenna Romano mentre da Roma ritornava in Ravenna loro lo ritolse, e lo ricuperò: hac etiam tempestate, narra Paolo Diacono2 Romanus Patricius, et exarchus Ravennae Romam properavit. Qui dum Ravennam revertitur, recepit Civitates, quas a Longobardis tenebantur, quarum ista sunt nomina: Sutrium, Polimartium, Horta, Turdertum, Ameria, Perusia, LVCEOLI, et alia quasdam civitates. Lo stesso riferisce Anastasio Bibliotecario3. Avendolo il Re Pippino tolto ad Astolfo Re de’ Longobardi fu donato da lui alla chiesa Romana con Cagli, e con tutta la Pentapoli, come racconta lo stesso Anastasio: Urbinum, Callis, Luceolis, Eugubium etc. Fu confermato da Carlo Magno, da Ludovico, e da Ottone nell’anno 962, ed ecco le parole del Diploma secondo l’edizione, che fece fare Mons. Marino Marini4 simul et pentapolim videlicet Ariminum. Pensaurum. Phanum. Senogalliam. Anconam. Ausimum. Humanam. Hesim. Forumsimpronii. Monte feltri. Urbanum. et territorium balnense. Callis. Luceolis. et Eugubium cum omnibus finibus etc. Accenna la Tavola come fuori di strada il tempio di Giove Appennino.

IOVIS PENNINI idest AGVBIO. Esisteva questo tempio di Giove Appennino in una rimota, ed insieme scoscesa parte, sulle coste di un dirupato Monte, lungo la strada Flaminia presso il castello della Scheggia, come ci dimostrano le grandi ruine, che ancora appariscono presso il divisato Castello, ed i rari, ed elegantissimi marmi, che sono stati sovente scavati fra quelle macerie. Il Passeri, che li osservò, fa derivare la parola Scheggia dalla parola barbara Scheit, che signifi-


  1. In vit. Bonif. V. p. 241.
  2. Loc. cit. lib. 8
  3. In vit. S. Gregor. I. p. 133.
  4. p. 112.