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presentemente. Molte Città perirono, e come vennero meno queste, così furono distrutti molti castelli, e terre. Perchè dunque se ora si osservano i ruderi, o si ritrovano anticaglie in qualche sito, si ha da credere, che vi fu una Città, e non una Terra, o Castello? Inoltre perchè si ha da dire, che la Nocera vicina ad Arcevia fu la Camelaria, e non la Favoniese? Essendo molto distanti i Cuprensi montani da’ Cuprensi marittimi, i Tifernati Tiberini, da’ Tifernati Pisaurensi, perchè si ha da credere, che furono vicine le due Nocere? Il Iacobilli all’opposto nel discorso istorico di Nocera dà a questa il soprannome di alfatenia citando Tito Livio. Ma la Nuceria alfaterna di Livio, come leggesi in altre edizioni, rimaneva nella Campania, e Plinio disse1 haud procul a Monte Vesuvio Ager Nucerinus est, et novem M. passuum a mari ipsa Nuceria.

L’Itinerario Gerosolomitano dopo Nocera pone Civitas Ptanias. Procopio racconta, che Totila Re de’ Goti pose gli accampamenti, e si fermò vicino ad un vico, che i Paesani chiamano Tagina. Plinio fra i popoli dell’Umbria annovera i Tadinati. Abbiamo dunque un luogo chiamato Ptania, Tagina, Tadino. Qual sarà il vero nome di questi tre? Io non lo so, perchè non esiste alcuna lapide, che non fu soggetta agli errori de’ copisti, colla quale si possa emendare tal nome. Stefano Borgia poscia Cardinale adottò il termine Tadino, e dice, e dimostra, che rimaneva nella pianura tra il Monte Appennino, e le Città di Gubbio, Assisi, e Nocera, e precisamente nel luogo ora chiamato la possessione di Tadino distante circa un miglio dal Gualdo di Nocera. Il Vico Capras, ove morì Totila secondo Procopio, era un miglio distante da Tadino, come dissi nel Capitolo IV. Succede.

HALVILLO XV. Dagli Itinerarii di Antonino è chiamato Helvillo vicus, e dall’Itinerario Gerosolomi-


  1. Lib. 3. c. 5.