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rasarà lunga un miglio, e mezzo circa, e larga poco, mentre dà l’accesso al solo fiume Sentino, il quale passa in mezzo ad essa, e dopo si unisce col fiume Esi. Contiene grandi caverne, ed un’acqua minerale impregnata di fegato di Zolfo scaturisce dalle di lei radici. Anticamente vi rimaneva un bagno, ed è certo, che chi andava alla Città di Tufico, che le era vicina, alle Città di Sentino, e di Attidio si portava ad essa per osservarla, e per godere lo spettacolo della natura, come presentemente chi va, o passa per Terni si porta a vedere la caduta delle Marmore. Porzione di questa Montagna forma presentemente parte della Contea della Genga, e siccome i Monti sono composti da un lungo tratto di degradanti eminenze: così il più alto di quello di Frasassi è Rosenga, e Valle Montagnana, il più basso è ove rimane il Castello della Genga. Anzi porzione di esso si chiama col nome antico. Quel Monte, che s’inalza sopra la Genga, e che a levante si unisce colla Montagna di Frasassi, ed a ponente con Monticelli, anche a di nostri chiamasi Monte Gingo, dimanierachè la Villa Monticelli, ed il Castello della Genga sorgono sopra tal monte, porzione del quale per distinguere i luoghi chiamasi di Rosenga, di Valle Montagna, di Frasassi, e di Monte Gingo. Dissi si unisce, perchè sebbene un piccolo torrente passa tra Monte Gingo, e Frasassi, tuttavia quest’apparente divisione non è altro, che un dirupo dello stesso monte, perchè in alto il monte è unito, e la radice è la stessa. Cesso però di più parlarne, perchè qualche cosa accennai, quando ragionai di Tufico, e più cose sarò per dirne nel Capitolo VII dell'AppendiceFonte/commento: Pagina:Piceno Annonario ossia Gallia Senonia illustrata Antonio Brandimarte 1825.djvu/219. Passo a rintracciare que’, che si trovano nell’Itinerario Gerosolomitano, nella Tavola Peutingeriana, e negli Itinerarii di Antonino. Riporterò prima questi segmenti.