Pagina:Piceno Annonario ossia Gallia Senonia illustrata Antonio Brandimarte 1825.djvu/155


139


Fu dato principio alla guerra da Asdrubale, ed andò ad investire l’ala sinistra de’ Romani comandata da Livio. Quivi seguì lo sforzo maggiore della battaglia senzachè la vittoria si dichiarasse nè per l’uno, nè per l’altro partito. Gli elefanti avevano posto da principio in qualche disordine le prime file de’ Romani, ma dalle grida di ambi li eserciti furono così spaventati, che non fu più possibile frenarli. Nerone intanto investì a traverso l’ala dritta de’ Cartaginesi, quindi allargandosi, assalì anche per di dietro i nemici. La battaglia era sino all’ora stata dubbiosa, ma quando gli Spagnuoli, ed indi a non molto i Liguri si videro assaliti in uno stesso tempo a fronte, per fianco, ed alla coda, la sconfitta fu generale, e furono tagliati a pezzi. La strage s’inoltrò ben tosto anche sino a’ Galli, ne’ quali si trovò eziandio meno resistenza. Vinti costoro dal sonno, ed oppressi dalla fatica, alla quale quella nazione soccombeva, come hanno osservato tutti gli antichi, potevano appena sostenere il peso de’ loro corpi, non che delle armi, e siccome si combatteva nel più fitto meriggio, così trafelando essi di caldo, e di sete, si lasciavano ammazzare, o prendere senza badare a difendere la vita, e la libertà. Gli Elefanti furono uccisi più da’ loro stessi governatori, che dà nemici. Veggendo Asdrubale, che la vittoria si dichiarava pe’ Romani, nè volendo sopravvivere a tante migliaja di uomini, che per seguirlo avevano abbandonata la loro patria, si lanciò nel mezzo di una Coorte nemica, dove restando ucciso fece una fine degna di un figliuolo di Amilcare, e di un fratello di Annibale.

Questa fu la più sanguinosa battaglia di quella guerra, servì per dir così di rappresaglia alla giornata di Canne, e secondo Orosio Sena Picena fu Canne per’ Cartaginesi. Osserva Appiano, che Iddio per consolare, e risarcire i Romani concesse loro in quest’incontro una sì segnalata vittoria. Imperocchè rimasero uccisi in tale battaglia cinquanta sei mila nemici, e ne furono fatti cinque mila quattrocento prigioni, e furono liberati più di quattro mila Cittadi-