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È ricordato da Orazio, che disse1

Quid debeas, o Roma, Neronibus
Testis Metaurus flumen, et Hasdrubal
Devictus


da Silio Italico2 rapidasque sonanti

Vortice contorquens undas per saxa Metaurus.


e parlando della sconfitta di Asdrubale

Multa quoque Hasdrubalis fulgebit strage Metaurus


da Claudiano nel suo Panegirico del sesto consolato d Onorio.

Despiciturque vagus praerupta valle Metaurus


da Sidonio nel panegirico ad Antemio Augusto

Improbus et rubeat Barchina clade Metaurus, e nell’epistola quinta3 Hinc Ariminum, Fanumque perveni: illud Iuliana rebellione memorabile; hoc Hasdrubaliano funere infectum. Siquidem illic Metaurus: cui ita in longum felicitas, uno die parta, porrigitur, ac si etiam nunc Dalmatico salo cadavera sanguinolenta decoloratis gurgitibus deferret; e finalmente è rammentato da T. Livio, da Valerio Massimo, da Eutropio, e da molti altri antichi scrittori. È celebre per la sconfitta ivi data ad Asdrubale Fratello di Annibale, il di cui sepolcro mirasi anche a’ giorni nostri. Racconta T. Livio, che il Console C. Cladio Nerone nell’anno di Roma 544, ed avanti a Gesucristo 208 combattendo contro Annibale, che stava in Metaponto, essendo state intercettate le lettere di Asdrubale comprese, che aveva in animo di unire il suo esercito con quello del Fratello. Cercò d’ingannare Annibale col lasciare vicino a lui l’Esercito, affinchè credesse, che vi fosse presente il Console, ed avendo scelto sei mila fanti, e mille cavalli partì di notte e prese il cammino verso il Piceno, ed a capo di sei, o sette giorni di marcia forzata giunse in vicinanza del campo di Marco Livio suo collega nel Consolato. Per tener occulta la venuta del nuovo rin-


  1. Carm. l. 4. od. 4.
  2. Lib. 8.
  3. Lib. 1.