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le due lettere liquide M. ed N. e perciò troviamo nelle lapidi Infas invece di infans, Asa invece di Ansa, Redepta in vece di Redempta, ma si cambiava la lettera V con la B, ed invece di scrivere viva, vixit, scrivevano BIBA, BIXIT, invece di Novus Nobus, come dice l’Ortellio, e come può vedersi nel Lupi1, e nelle lapidi riportare dal detto, e dal Fabretti. L’errore dunque è de’ Copisti, che scrissero Urbinates invece di Urvinates, e tale errore devesi in avvenire correggere in Plinio. Monsig. Lazzari crede2, che il nome di Urbino derivi da Urbia, ovvero Orobia nome, che gli antichi Urbinati davano alla Dea Vesta. Dice, che questa voce è composta da due parole greche, cioè da Oros, che significa Monte, e Bios, che denota vita, e che viene a dire Abitatrice de’ Monti.

Fu aggregato Urbino nella tribù XXII Stellatina, la quale abbracciava gran parte de’ Toscani, e degli Umbri costantemente la Cattedra Vescovile, mentre i di lei Vescovi, al dire del Lazzari, trovansi sottoscritti in alcuni antichi codicilli. Procopio3 racconta l’assedio, e la presa di Urbino fatta da Belisario nell’anno 538 di Cristo. Riferirò quello, che egli narra. Belisario spedì Perano ad assediare Orvieto con un distaccamento, ed egli marciò verso Urbino, piazza importante una giornata lontana da Rimino. I Goti tenevano quivi una forte guarnigione comandata da un Uffiziale di riputazione per nome Morrhas. Narsete, Giovanni, e gli altri Capitani del loro partito seguirono Belisario, ma quando furono arrivati davanti alla Città si separarono da lui. Belisario aveva posto il suo campo all’oriente della Piazza, ed essi andarono ad accampare all’occidente. Urbino era fabbricato sopra una collina circolare, molto elevata, la quale benchè non fosse dirupata e scoscesa, non era tuttavia facile a sa-


  1. Diss. in Epitaph. S. Severae M. p. 220.
  2. Antic. Pic. Tom. 3.
  3. De bel. Gothor. lib. 2. c. 19.