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ti proccurato distruggerla la costituì Capo luogo, o Madre di tutte le Città circonvicine. Smentisce la lapide del Volpelli, che di sopra riportai, ha sale epigrammatico, e fa il carattere di Alarico, che assediò due volte Roma, e fu sempre modesto nell’ingiusta vittoria.
ΤΑΝΤΙ ΚΒΕΜ ΗΚΚΕΡΝΙΣ ΑΙΚΒΡΙΣ ΚΙΡΚΒΙΤΒΜ ΤΕΣΙ
ΣΒΑΣΑ
ΓΡΑΙΚΟΡΒΜ ΝΑΤΑ ΛΑΒΩΡΒΜ
ΜΕ
ΑΛΑΡΗΚΒΣ ΙΜΠΙΒΣ ΠΕΡΔΕΡΕ ΚΩΝΑΝΣ
ΤΟΤ ΑΔΙΑΚΕΝΤΙΒΜ ΟΠΠΚΔΩΡΒΜ ΜΑΤΡΕΜ
ΚΡΕΑΒΙΤ
- ΤΩ ΘΕΩ ΔΟΞΙΑ
- G. C.
cioè
- Tanti quem hic cernis aequoris circuitum texi
SVASA
- Graecorum nata laborum
- me
- Alaricus impius perdere conans
- Tot adjacentium oppidorum matrem
- creavit
- Deo gloria
- gloria Christo
Queste due ultime lettere, cioè G. C. sono più piccole, e di più recente data. Mi è ignoto come perì Suasa, e varii paesi riconoscono l’origine dalle sue rovine. I più vicini sono Castel Leone a mezzo giorno, e S. Lorenzo in Campo a Ponente. Sono Nidastore, Loretello, Mondavio, e Corinaldo, che rimane lungi da Suasa sei miglia a Levante. Il di lei territorio confinava con quello di Foro Sempronio a tramontana, con quello di Ostra a levante, con quello di Alba a ponente, con quello di Pitulo a mezzogiorno. Io stimo, che la parola Suasa sia la traduzione in latino de’ nomi di Pitulo e di Pitino. Imperocchè Pitulo, e Pitino traggono l’origi-