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cemirare. Simili antichità sono state ritrovate più volte in diversi tempi.
Dalle lapidi si rileva, che al municipio di Attidio non mancò il diritto di dare il suffragio ne’ Romani comizj, e che lo conseguì come Tufico, e le altre Città colla legge chiamata Giulia. Lucio Giulio Cesare l’anno di Roma 663 diede il diritto di Cittadinanza a tutte quelle Città, che erano rimaste fedeli ardendo la guerra Italica. Terminata quella fu estesa colla legge Plozia l’anno 665, o 666 di Roma a tutti gli Italiani, ed anche a que’ forastieri, che secondo Cicerone (pro Archia): foederatis civitatibus adscripti fuissent, si tum quum lex ferebatur in Italia domicilium habuissent, et si sexaginta diebus apud Praetorem essent professi. I Sanniti, ed i Lucani, che furono gli ultimi a deporre le armi, l’ebbero l’anno 670[1]. Veggasi l’Einnecio, che di ciò parla[2]. La Tribù Lemonia fu quella, a cui appartenne Attidio, e di ciò ci convincono le lapidi, che riporterò. Fu questa una delle tribù rustiche, e detta Lemonia dalla Villa Lemonia, che era pochi passi distante da Roma lungo la via Latina, e fu una delle più antiche dopo la Romilia. Vengo alle lapidi. Riportai di sopra la lapide eretta a L. Musetio che non solo appartiene a Tufico, ma anche ad Attidio. Niuna esiste, che ci ricordi le divinità, che adoravano gli Attidiesi, e che ci ricordi i Sacerdoti. Forse la seguente rammenta un seviro Augustale.
C . VIDIO . L . FIL
AELIANO . VI . VIRO
ILARIVS L . FIL . LEM
CLEMENS. R. T
VIDIA C . F . SABINA
PATRI . ET
C . VIDIVS . . . . FR.
Sembra, che la seguente ricordi un Sodalis Titius, e che in Attidio vi fu il collegio de’ sacerdoti Tiziali.