come uno che fosse innamorato e non credevo di esserlo; non potevo a meno di guardarla spesso, non potevo a meno di parlarle, quando eravamo soli, come uno che l’amasse e volesse contenersi. Intanto, devo pur dirlo, le altre mie tentazioni mi davano tregua. Forse per questo il mio confessore mi citò un passo dell’Imitazione, che dice presso a poco — non ogni affezione che pare non buona deve subito fuggirsi — e non mi ordinò di troncare. È un sant’uomo, ma, peccati a parte, certe cose non le può intendere. Dirgliele sarebbe peggio che inutile. Ora in quest’ultimo tempo, proprio in questi ultimi giorni, c’è stato un cambiamento. Sento, vedo, intendo che dall’altra parte se prima c’era capriccio adesso c’è passione, una passione che non dissimula quasi più. Ieri proprio me l’ha confessata quasi del tutto apertamente. E da tre giorni temo che la passione vera stia entrando anche in me, lo stesso mio senso morale, a momenti, si oscura. Mi pare, a momenti, che in presenza dell’amore ogni restrizione morale cessi di diritto, resti abolita, che l’amore li abbia tutti,
i diritti. Non li accetto ancora questi pensieri, mi fanno ancora orrore, li mando via, mi dico che se sarei capace di consentirvi con la immaginazione non sarei però capace di consentirvi col fatto; e c’è anche in me, ogni tanto, una rea-