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54 | capitolo secondo. |
perchè mio padre morì a Oria delle conseguenze della sua ferita nel 1860 e io nacqui nel ‘59. Sa che mia madre morì, pure a Oria, due anni dopo, che mia bisnonna Maironi non volle tenermi in casa e mi affidò ai suoi parenti Scremin. Il marchese è figlio di un fratello della bisnonna. Morì presto anche lei, lasciò erede me e nominò mio tutore il marchese. Credo che sin da quel giorno gli Scremin abbiano pensato a me per la povera Elisa. Sono diventato uomo in casa loro, studiando con don Paolo, com’Ella sa, senza libertà di scegliermi degli amici, frequentando sempre la stessa gente, impregnata delle stesse idee. Io voglio ancora bene a quell’eccellente don Paolo, ma da ragazzo, poi, l’ho adorato. Quanto ho pensato allora di farmi religioso anch’io! Il solo odore d’incenso che don Paolo serbava nella tonaca quando veniva a pigliarmi, dopo le funzioni, per il passeggio, mi metteva una riverenza! E pensavo allo stato religioso come a uno stato quasi divino. Durante le funzioni, al suono dell’organo, la mia delizia era di sognare la Tebaide o il Libano o anche spesso un monastero fantastico perduto in mezzo al mare del Nord. In pari tempo...„
Qui Piero s’interruppe.
“Mi ascolti come nel sacramento„, diss’egli sotto voce. E ripigliò: