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42 | capitolo primo. |
Uscito Zaneto, Piero pensò lungamente guardando nella sedia vuota la impronta sincera del suocero pesante, lo sgualcimento scandaloso e ignobile, senza velature diplomatiche, senz’alcuno di quegli accomodamenti studiati ch’erano familiari a Zaneto quando intendeva produrre impressione in altrui con una parte diversa di sè, con la parte superiore e più degna. Poi si vestì e scrisse la seguente lettera a monsignor De Antoni:
Monsignore,
Voglia, La prego, informare monsignor Vescovo che se i miei colleghi penseranno proprio di chiamarmi a quell’ufficio malgrado le mie scarse attitudini e la mia totale inesperienza della cosa pubblica, lo accetterò. Gli dica pure che confido molto nelle sue preghiere. Mi raccomandi a Dio, monsignore, anche Lei.
Suo devotissimo
P. Maironi.
Rilesse e si disse: “Fino a qual punto sono sincero? fino a qual punto sono ipocrita?„
Entrò Federico recando una lettera. “Qualcuno„, pensò Piero “che suonerà il pelittone in mi„. Si disdisse subito. Era una busta di carta pergamena, leggermente profumata di violetta, con questo sem-