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ab ovo. 29


Si voltò, diede un’occhiata alla lucerna che fumava, si mosse adagio adagio per andarne ad abbassare il lucignolo e nel passar davanti a Maironi gli alzò in viso due occhi grandi, vitrei, pieni di una chiara proposta. Egli fremette ma non disse niente. La biondina si pose ad abbassar lentamente il lucignolo, giù, giù, senza sosta, quasi fino a spegnere. Allora Maironi disse brusco:

“La signora ha suonato„.

“Ha suonato?„ Colei trasalì, rialzò il lucignolo, guardò il giovine in viso, capì subito di avere passato il segno.

“Se quell’uomo ritorna„, riprese Maironi, “gli dica che per le informazioni parlerò„.

La ragazza rispose asciutta “va bene„, se ne andò dritta e seria senza degnarlo nè d’un saluto nè d’uno sguardo.

Rimasto solo, il giovane si strinse i pugni alle tempie, li battè con impeto sul piano della consolle, ve li tenne per un momento ansante, guardandosi nello specchio, interrogando, quasi, l’immagine di sè stesso. Poi, a un tratto, come se avesse paura del proprio viso, del proprio sguardo, dei proprî pensieri, soffiò furiosamente sulla lucerna, entrò al buio nella sua camera da letto, si gittò ginocchioni sull’obliqua lama di luce biancastra che per una grande finestra il cielo notturno gittava sul tap-