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454 capitolo ottavo.

Piero gli disse che facesse pure. Poi, accesa una candela, condusse don Giuseppe nella vicina camera dell’alcova, gli disse che il pacco veniva certamente da “quella persona„. Erano certamente fiori, per il Camposanto. Egli non ve li avrebbe portati, si era interdetto poco prima, nell’orto, di cogliere una rosa per suo padre. Ma desiderava parlare a don Giuseppe della “persona„.

“Credo„, diss’egli, “che tornerà in principio di settembre a Villa Diedo e allora vorrei che Lei la vedesse„.

Entrò il custode con il pacco aperto. Era infatti una scatola di fiori sciolti. Accompagnava i fiori questa sola carta di visita:


Carlo Dessalle.


Di Jeanne vi era l’anima; e i recisi, moribondi fiori, i ciclami odorosi dei boschi di Vena, i rhododendron di Rio Freddo, gli edelweiss di Picco Astore non dicevano che lei, l’amore, il dolore, la timida offerta, il delicato silenzio di lei.

Piero lesse il biglietto, guardò i fiori, pensoso.

“La carta è di suo fratello„, diss’egli, dopo un breve silenzio. “Così Ella potrà presentarsi a Villa Diedo per ringraziarlo in mio nome. Ma cerchi di vedere anche lei; meglio se la può vedere sola.