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padrone, erano state portate in casa e che vi era pure stato portato per lui da S. Mamette un pacco postale.

Passando, nell’avviarsi verso casa, presso il vecchio rosaio dalle rose incarnatine, Piero si fermò.

“Le lascerò scritto anche questo„, diss’egli, “ma Le raccomando pure a voce che le suore abbiano ogni cura degli oleandri che sono ancora quelli piantati da mio padre, delle rose e particolarmente dell’arancio e del mandarino, nel giardinetto„.

La villetta dove Franco e Luisa avevano tanto amato e sofferto, dove la epica bontà, la serenità magnanima dello zio Piero eran passate beneficando, dove la piccola Ombretta era morta, avrebbe accolto le suore convalescenti di un Ordine scelto da don Giuseppe, con una scuola di lavoro e di economia domestica per le giovinette del Comune di Albogasio.

“Ella potrà tenersene informato„, suggerì don Giuseppe. Il giovane, per tutta risposta, si chinò, posò le labbra sopra una rosa.

“Ah, don Giuseppe„, diss’egli uscendo dall’orto, “quanto posso dire al Signore: quaerens me sedisti lassus! Quante volte non mi ha richia-