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434 capitolo settimo.

sarne a sè stessa il pauroso perchè, si affrettò a soggiungere che sarebbe andata lei a trovarlo in Valsolda. Prima disse pietosamente: “A trovarvi„. Poi si corresse: “A trovarti„. E parlò di un’epoca lontana, del novembre, ammettendo che l’assenza di lui si protraesse anche più in là.

“Una parola, mamma. Non so quando ci rivedremo„.

“Come?„

Piero si rizzò in piedi e appoggiate lievemente le mani alle spalle di lei, le parlò sotto voce all’orecchio.

Ella, sulle prime non comprende, interroga. Non comprende ancora e da capo interroga. I grandi occhi neri si empiono di stupore, di sgomento e, finalmente, di lagrime. Qualche altra domanda, qualche breve sommessa domanda; egli le parla, le parla all’orecchio, le lagrime sdrucciolano sul volto rugoso.

Una domanda ancora.

“Dove?„

Egli ancora non risponde.

“Hai parlato a don Giuseppe?„

“Sì„.

Sonagliere di cavalli al piccolo trotto, lontane; crescente suono di ruote e di zoccoli sul ciottolato;