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406 | capitolo settimo. |
“Addio„, diss’ella. “Dopo, vero, torni? Ho tante cose!„
Piero si chinò a baciarle l’orecchio scoperto, vi mormorò: “Per sempre tuo, sai„.
Ella chiuse gli occhi, beata, e rispose:
“Del Signore„.
III.
Nel corso della giornata si manifestò un lieve miglioramento. Il professore di Bologna aveva necessariamente stancata l’inferma con gl’interrogatori e le auscultazioni; le aveva quindi prescritto il più assoluto riposo. La diagnosi era stata conforme a quella dei due medici curanti, la prognosi meno pessimista. Il pericolo era che al cader della febbre l’ammalata si spegnesse per esaurimento, ma il professore confidava nelle risorse di un organismo giovane e anche nei mezzi dell’arte. Egli aveva tenuto il suo discorso nel salottino attiguo alla camera dell’ammalata, rivolgendosi particolarmente alla persona che gli era stata presentata come il marito. Riuscì duro a Piero di sostenere quello sguardo, di accettare quella preferenza immeritata. Avrebbe voluto dire: “Parli a sua madre, io non son degno„. Neppure si credeva degno di