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in luminae vitae. 401

Sedette sul canapè destinato ai visitatori del Direttore, si fece sedere Maironi accanto, si passò una mano sugli occhi.

“Senta„, diss’egli.

Parve dibattere fra sè con qualche rotta voce, con qualche scossa del capo, con gli occhi raccolti in basso le parole da dire o il punto dal quale muovere il discorso.

“Bisogna„, riprese finalmente ritornando al suo gesto familiare della mano alla fronte onde spremeva stentatamente le parole difficili, “che La informi di qualche cosa.„

Trovata la via, continuò, un poco più sciolto, penetrato però sempre la voce e il viso quasi da un rivivere, dentro di lui, delle cose passate che narrava.

“Ricevette il viatico„, diss’egli “alle cinque di stamattina, con la serenità di un angioletto, si raccolse per qualche minuto e pregò i suoi genitori di lasciarla sola con me.„

Qui don Giuseppe cinse con un braccio il collo di Piero, gli sorrise con gli occhi umidi.

“Mi parlò di Lei„, diss’egli. Piero si celò il viso fra le mani.

“Pare„, riprese don Giuseppe sospirando “che qui o gli assistenti o le infermiere, chi sa, udendola delirare, non pensando mai che potesse comprendere, abbiano parlato fra loro, in presenza sua... di cose che la poveretta non avrebbe dovuto sa-.