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398 | capitolo settimo. |
sorridendo con dolcezza. “Non subito. Le ho fatto preparare qui nel mio studio da rifocillarsi un po’. È sua suocera, sa, che ci ha pensato. Oh che donna, Sua suocera! Che santa!„ Piero protestò che non aveva bisogno di niente, che non voleva prender niente, che voleva vedere sua moglie subito, subito! E perchè l’altro insisteva, cominciò a presentire qualche mistero, a temere che gli si volesse forse nascondere...
“No, no„, fece il Direttore vivacemente “nemmeno per sogno!„ E proseguì con un certo imbarazzo appoggiandogli le mani alle braccia, fissandolo negli occhi:
“Adesso Le dirò tutto. C’è qui un vecchio sacerdote desiderato dalla Sua signora, che ci terrebbe a parlare con Lei prima ch’Ella entrasse in camera. Questa sarebbe pure l’idea della signora marchesa. Ecco!„
“Va bene„.
Prima di far avvertire don Giuseppe, il Direttore informò Piero, sommariamente, della malattia. Il deperimento risaliva al maggio e nelle due ultime settimane si era fatto più rapido. La notte dal sabato alla domenica era sopraggiunta la febbre. Nel primo entrare del male l’inferma aveva molto parlato di un bambino, di un suo caro bambino che aveva portato in casa la pace. Il Direttore si scusò,